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Come fare un buon caffè

Come fare un buon caffè. Più sostanza e meno estetica

Come fare un buon caffè. Più sostanza e meno estetica.  Forse hai sempre pensato che se non avevi una super macchina dovevi scordati la possibilità di poter degustare un caffè espresso eccellente.  Niente di più sbagliato.  In questo articolo ti spieghiamo perchè per fare un buon caffè non serve il Titanic ma richiede principalmente attenzione e consapevolezza e qualche nozione teorica. Serve quindi più sostanza e meno estetica. Ricordo di averne già parlato in passato ma, complice il passaggio veloce in un bar per un caffè espressissimo, utilizzo nuovamente questo spazio per fare alcune considerazioni riguardo al modo in cui viene preparato. O meglio, riguardo alla macchina che lo prepara!

Il caffè che mi è stato servito era piuttosto mediocre (sfortunatamente non c’erano alternative), ma l’allestimento del bar era simile a quello di un Caffè di lusso di inizio ’900, con una macina personalizzata degna di un museo di ingegneria. Mentre bevevo il solito espresso super dozzinale ancora presente, purtroppo, in molti bar e ristoranti italiani, pensavo a quanto dovesse valere quell’affascinante attrezzatura, a quanta corrente dovesse consumare e alla manutenzione necessaria a tenerla sempre in ordine per evitare guasti. E mi sforzavo di capire se il caffè fosse già mediocre di suo o se potesse essere stato rovinato in corso d’opera da un’eccessiva esposizione all’aria, dalla macina poco pulita, dalla macchina poco mantenuta sebbene appariscente… insomma, un po’ di menate tecniche da maniaco in vena di spaccare il capello in quattro. Quindi mi sono chiesto, ma come fare un buon caffè? A mente fredda e scrivendo questa rubrica, però, mi chiedo: che senso ha avere attrezzature da urlo se poi mi viene servito un caffè pessimo?  Magari molti pensano che per fare un buon caffè serva per forza una macchina appariscente, o magari il barista stesso o il torrefattore cercano di impressionare la cliente con una macchina "waoo" ma che se poi non usata correttamente non è in grado di erogare un buon caffè espresso.

Che senso ha negli anni duemila, dotarsi, per pura estetica, di macchine del caffè ingombranti, energivore, costose e impossibili da spostare? Dove sta scritto che un bar debba per forza ostinarsi a macinare il caffè al momento, magari dopo averlo lasciato a prendere aria per ore e ad alterarsi per giorni all’interno della macina? Paura di apparire poco professionali? Forniture e sponsorizzazioni troppo convenienti per dire di no?  Allora come fare un buon caffè senza un'attrezzatura lucida occhi? Ma sopra tutto è possibile?

Vedendo una macina imperiale, con i relativi sacchi di caffè tostato in bella vista, uno si aspetta immediatamente di sentire il Sud America intero a contatto del palato. Invece niente! Il solito caffè, del solito bar. Quindi, da amante del caffè, mi rivolgo ancora una volta agli amici ristoratori: aggiornatevi!

Come fare un buon caffè dipende non tanto da attrezzature appariscenti, ma da attrezzature capaci di facilitare il lavoro del barista. Sarete più felici voi e saranno più felici i vostri clienti! Esistono macchine del caffè (porzionato) di ultima generazione che consumano meno, possono essere spostate ovunque, non sprecano caffè e si puliscono da sole. Ma soprattutto, estraggono il caffè meglio di qualsiasi transatlantico novecentesco che tanti si ostinano ad esibire dietro al bancone. La temperatura, la crema, l’estrazione: le regole del vero caffè espresso sono scritte e note da tempo immemore. Se la vostra macchina del caffè modello “calcolatore anni ’50” le rispetta e sono tutti contenti, ottimo. Altrimenti fatevi più “smart”!

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